Prefazione all'edizione a stampa

di Gerard L'E. Turner (Imperial College, University of London)

Non può esservi scienza senza strumenti. Lo studio ufficiale della storia della scienza si è concentrato sullo sviluppo delle idee e delle teorie, trascurando sovente gli arnesi indispensabli per gli scienziati. Durante l'ultimo decennio, tuttavia, questa situazione ha cominciato ad equilibrarsi e in nessun altro paese l'interesse verso la strumentazione scientifica degli ultimi secoli si è sviluppato così rapidamente come in Italia. Forziere di arte e di archeologia, l'italia è anche riuscita a salvaguardare molte importanti collezioni di strumenti scientifici. Sia queste collezioni che le istituzioni che avevano dato loro origine sono oggi oggetto di studio e vengono così compilati e pubblicati numerosi cataloghi, con il risultato di aumentare la conoscenza non solo di come era praticata la scienza nelle scuole, nelle università e nelle accademie, ma anche dello sviluppo e della diffusione della strumentazione scientifica attraverso l'Europa.

Questo catalogo, che ha il pregio di essere pubblicato sia in italiano che in inglese ed il cui valore è aumentato dalla presenza delle riproduzioni fotografiche di tutti gli strumenti, viene a costituire una importante aggiunta a questa nuova letteratura. La prima sezione descrive lo sviluppo degli studi astronomici a Bologna, sede della più antica università europea. L' insegnamento dell'astronomia vi risale alla fine del tredicesimo secolo, ma importanti osservazioni del cielo vi iniziarono ad opera di Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), con la fondazione di un osservatorio privato nel proprio palazzo. Marsili persuase, quindi, il Senato bolognese a provvedere un edificio che ospitasse la sua collezione di strumenti, una biblioteca ed una torre astronomica, oltre a finanziamenti per gli insegnanti e apparecchiature per i laboratori. Nel 1726 il progetto fu completato e l'istituto divenne scientificamente operativo; furono acquistati altri strumenti, molti dei quali in Inghilterra.

E' ora giunto il momento di portare all'attenzione di un ambiente sempre più vasto l'importanza rilevante dello studio degli strumenti. Gli storici devono infatti convincersi che non può esservi scienza senza strumenti e che nel constesto storico gli strumenti forniscono il riferimento concreto allo sviluppo delle teorie scientifiche. Noi viviamo in un'era di tecnologia basata sulla scienza e non si deve perdere di vista il fatto che tutto ciò ha contribuito a creare il nostro ambiente, il quale non sarebbe potuto mai esistere senza strumenti. Senz'altro, l'esposizione di strumenti in un contesto storico all'interno di un museo è, quindi, essenziale aHa comprensione di queste verità da parte del pubblico.

Ho avuto personalmente occasione di visitare il Museo della Specola e di ammirare con piacere la cura con la quale gli antichi strumenti sono stati ricollocati nei loro ambienti originali. I circa cento strumenti sopravvissuti sono stati catalogati in dettaglio, con una ampia bibliografia e accurati indici. Mi congratulo con i tre autori per i loro sforzi ed il loro entusiasmo e con l'Università di Bologna per il suo concreto appoggio a questa iniziativa.