"Tabulae XII. Chartacee ceruleo colore inductae, quibus caelestium
corporum quorumdam Phases a Maria Clara Eimmart depictae sunt."
Così si legge nella donazione marsiliana riguardo a queste rappresentazioni
di fenomeni celesti dipinte a pastello su cartone azzurro dalla figlia di
Georg Christoph Eimmart (Regensburg 1638 - Norimberga 1705), pittore,
scultore nonché cultore di astronomia (lascerà cinquantasette volumi
manoscritti). Eimmart, copernicano convinto, aveva realizzato a Norimberga,
dove era direttore della Malerakademie (accademia di pittura), un
osservatorio privato, abbastanza noto ai suoi tempi ed era entrato in
contatto con il conte Marsili, a cui aveva inviato delle incisioni in rame di
zone danubiane, per il suo Danubius pannonico-mysicus... (vedi Observatio
Dn. Georgii Christophori Eimmarti, in Miscellanea curiosa medico-physica
Academiae Naturae curiosorum Dec. II, Nürnberg 1690).
Maria Clara - sposata con uno studente di Eimmart, poi insegnante di Fisica,
Johann Heinrich Müller (1671-1731) - aveva coltivato, sotto la guida del
padre, il disegno, la pittura, la scultura e l'incisione. Eseguì numerosi
disegni di fiori e uccelli e, inoltre, aiutando il padre nelle osservazioni
astronomiche, anche di soggetti astronomici. Fra il 1693 e il 1698 eseguì i
disegni su carta blu di circa 350 fasi lunari osservate al telescopio. Morì a
soli 31 anni, dando alla luce un figlio.
Delle 12 tavole donate dal padre a Marsili restano al Museo della Specola
solo 10, che attestano l'abilità di disegnatrice e di attenta osservatrice di
Maria Clara Eimmart: