66. Carta celeste di J.A. Schall von Bell
Pechino, 1634
Johann Adam Schall von Bell (Costanza 1592- ? 1666)
carta di riso stampata
quattro pannelli di c.180 x 60 cm
[Inv. MdS-104]

Fin dal 1595 il padre gesuita Matteo Ricci - fondatore delle missioni cattoliche in Cina - aveva richiesto ai suoi superiori a Roma un astronomo, per poter correggere e aggiornare il calendario cinese, dimostrando così la superiorità della cultura occidentale (e quindi cattolica) ai Cinesi. La richiesta fu ripetuta nel 1605 e nel 1608, ma Ricci doveva morire nel 1610 senza vederla esaudita. Il suo successore in Cina, Nicola Longobardo, riuscì invece a farla accogliere dal Pontefice, il quale inviò in Cina, nel 1619, ben 22 missionari, tra cui parecchi matematici. Tra questi era Johann Adam Schall von Bell di Costanza - alunno romano del Collegio Germanico e uditore delle lezioni tenute da Galileo a Roma, presso il Collegio Romano - il quale portava con sè il primo cannocchiale arrivato in Cina.
Von Bell, dopo aver predetto l'eclissi di Sole del 21 giugno 1629 con una precisione molto maggiore di quanto avevano fatto gli astronomi di corte cinesi e maomettani, ebbe l'incarico dall'Imperatore di preparare la correzione del calendario, opera cui si dedicò assieme al milanese Giacomo Rho e con la collaborazione epistolare di Keplero: l'aiuto di Galileo, ripetutamente richiesto, fu di fatto negato da questi.
Di questo periodo è una vasta produzione scientifica in cinese di von Bell, tra cui questa grande opera cartografica in otto pannelli, il cui titolo generale è Due carte generali delle stelle al nord e al sud dell'equatore. Due esemplari si trovano presso la Biblioteca Vaticana, uno dei quali (mss. Barberini Orient. 149) fu fatto per essere montato su di un paravento per il Consiglio Privato dell'Imperatore ed è in magnifici e smaglianti colori, con le stelle dorate.
Il Museo della Specola ne possiede solo quattro pannelli. Tre di questi illustrano l'emisfero boreale, con il Polo nord al centro, la Via Lattea e le stelle visibili ad occhio nudo.
Le osservazioni per la realizzazione della carta furono fatte a Pechino con l'ausilio di astronomi cinesi e con l'aiuto del cannocchiale, a dimostrazione della modernità del lavoro di von Bell. Le coordinate delle stelle sono all'anno 1628. In una legenda sono riprodotti i simboli delle sei magnitudini delle stelle e delle nebulose.
Nel quarto spicchio - erroneamente inserito alcune decine di anni or sono nella carta geografica di Matteo Ricci [scheda 65] - si trova la presentazione dell'opera, scritta dal cinese Paolo Siûcoamcchi (Hsû Kuang-ch'i), collaboratore di von Bell. Vi sono rappresentate, dall'alto, le carte delle opposizioni e congiunzioni di Giove, Marte e Venere, separate da due strumenti d'osservazione - un teodolite dell'eclittica e uno strumento azimutale - il cui utilizzo è illustrato a lato, nella legenda. Le carte sono state eseguite da un alto impiegato dell "Ufficio di Astronomia", collaboratore di von Bell, Wu Ming-chu.
Nulla si sa riguardo alla provenienza di questi cimeli. Una ipotesi è che siano giunti a Bologna tramite il gesuita Giovan Battista Riccioli (1598-1671), professore di lettere umane, filosofia, teologia e astronomia, prima a Parma, poi a Bologna: nelle sue opere, infatti, parla di Matteo Ricci e dell'astronomia cinese.
Per una dettagliata descrizione della carta ed una bibliografia su di essa vedi il lavoro di padre Pasquale D'Elia, pubblicato su Coelum nel 1958; per la biografia di Schall von Bell vedi, invece, Väth (1933) e il recente International Symposium del 1992, a lui dedicato.

P. D'Elia (1958), p. 41.
International Symposium on ... Johann Adam Schall von Bell, S.J. (1992).
A. Väth (1933).