65. Carta geografica di Matteo Ricci
Pechino, 1602
Matteo Ricci (Macerata 1552 - Pechino 1610)
carta di riso stampata
due pannelli di 180 x 70 cm
[Inv. MdS-103]

Il titolo della carta è: Carta Geografica Completa di tutti i Regni del Mondo.
Fu realizzata nel 1602 a Pechino dal maceratese Matteo Ricci (1552-1610), padre gesuita fondatore delle missioni cattoliche in Cina. Si legge in Pasquale D'Elia - sinologo dell'Università di Roma, che nel 1958 certificò l'autenticità delle carte cinesi in possesso di questo museo (vedi op. cit.) - che "si tratta della terza edizione di un'opera geografica e cartografica che lo rese famoso in tutta la Cina. [Ricci] ne aveva già fatto una prima edizione nel 1584 a Shiuhing, poi ne fece una seconda nel 1600 a Nanchino e due anni dopo fece la terza a Pechino, dove era finalmente arrivato il 24 gennaio 1601."
Di queste carte esistono pochi esemplari al mondo. Della terza edizione del 1602, a stampa su carta di riso, si conoscono solo altri sei esemplari: due presso la Biblioteca Vaticana, tre presso biblioteche e archivi nazionali in Giappone (Tokyo, Miyagi e Kyoto), uno presso una collezione privata (Schiller). Altri sei esemplari di versioni successive della mappa di Matteo Ricci si trovano in Corea, in Cina, a Londra e a Vienna ed una è stata recentemente ritrovata nei depositi del museo di Shenyang, in Cina. Ne è attualmente in corso una ricognizione mondiale, ad opera del Kendall Whaling Museum del Massachusetts.
La Specola di Bologna possiede solo le due sezioni esterne - delle sei complessive che costituivano la carta completa, per una lunghezza di 4,14 m - in cui si notano le coste del Brasile, da una parte e quelle dell'Africa, con Spagna, Francia e Irlanda, dall'altra.
Durante un restauro di alcune decine di anni or sono è stato erroneamente inserito tra le due sezioni della carta geografica un frammento centrale che fa parte del Doppio Emisfero delle Stelle del matematico e astronomo tedesco Johann Adam Schall von Bell [scheda 66].
Nel 1938 venne pubblicato, a cura della Biblioteca Apostolica Vaticana, un esaustivo lavoro di Pasquale d'Elia con commento, annotazioni e traduzione di tutta la mappa.
E' enorme l'importanza di questa carta e dell'altra celeste, per la testimonianza che offrono sullo sviluppo della scienza cartografica nei secoli XVI e XVII e sull'influsso del pensiero occidentale in Cina durante quel periodo storico. Sulle carte sono riportate ampie istruzioni per l'uso e dettagliate illustrazioni degli strumenti che ne hanno permesso la realizzazione, oltre che spiegazioni riguardo alle concezioni dei "sistemi del mondo terrestre e celeste".
Nella parte centrale della carta, nell'Oceano Pacifico, si legge una lunga prefazione di Matteo Ricci, che, nella traduzione di P. D'Elia suona:

"Un tempo io credetti che la sapienza consistesse in una molteplice esperienza e quindi difatti non rinunziai ad una distanza [anche] di diecimila li per andare ad interrogare uomini savi e visitare paesi celebri. Ma quanto è lunga la vita di un uomo? Certo è che [solo] dopo molti anni si acquista una scienza completa, fondata sopra una vasta osservazione: ma [allora] ecco che subito uno diventa molto vecchio e il tempo manca di servirsi di questa scienza. Non è questo una cosa dolorosa?
Ecco perché faccio gran conto delle carte [geografiche] e della storia: la storia per fissare [queste osservazioni], e le carte per tramandarne il [ricordo ai posteri].
...
Rispettosamente composto dall'Europeo Matteo Ricci il 17 agosto dell'anno 1602.
"
A sinistra del titolo si nota la figura dei Nove Cieli, illustrati secondo le concezioni cinquecentesche, e la relativa legenda spiega il movimento dei pianeti. Alcune altre legende nella sezione di destra forniscono invece nozioni generali di geografia e oceanografia. Un'altra legenda riporta un brano della Storia dei Mongoli relativa ai moti del Sole.
Nella sezione di sinistra, in alto, vi è la spiegazione delle eclissi e del metodo per misurare la Terra e la Luna.
Entrambe le sezioni recano il caratteristico sigillo IHS della Compagnia di Gesù, mentre in basso a sinistra, sopra la carta dell'emisfero australe, si legge il nome del cinese che eseguì la stampa e la data: "un giorno del primo mese di autunno dell'anno 1602".
Nulla si sa riguardo alla provenienza di questo cimelio. Una ipotesi è che sia giunto a Bologna tramite il gesuita Giovan Battista Riccioli (1598-1671), professore di lettere umane, filosofia, teologia e astronomia, prima a Parma, poi a Bologna: nelle sue opere, infatti, parla di Matteo Ricci e dell'astronomia cinese.
Per una dettagliata descrizione della carta ed una bibliografia su di essa vedi i lavori di padre Pasquale D'Elia (op. cit.).

P. M. D'Elia (1938).
P. M. D'Elia (1958), p. 41.
B. Szczesniak (1967), p. 127.
A. Udías (1994).