38. Telescopio parallattico da 3 piedi con obiettivo acromatico di Dollond
Londra, 1787
John Dollond Jr. (Londra ?-1804)
Peter Dollond (Londra 1730-1821)
ottone, tavolo in noce triangolare a tre piedi con piano in marmo
lunghezza del tubo 112 cm, diametro 9 cm
[Inv. MdS-6]

"Parallattica di Dollond adattata alla latitudine di Bologna, con cannocchiale lungo piedi 3 ed obbiettivo acromatico di 2 e 1/2 pollici di apertura; fornito di piccoli movimenti tanto in Ascensione Retta che in Declinazione, le quali vengono date da due semicircoli graduati, sopra cui scorrono opportuni nonj che ne danno i minuti primi. Al cannocchiale è unito un piccolo cercatore, il cui asse ottico può rendersi parallelo all'asse di quello. Per azione di tre viti applicate alle estremità dell'armatura di legno mogano, sulla quale è montata la macchina, può questa livellarsi siccome viene indicato da due livelli a bolla d'aria raccomandati alla stessa armatura ortogonalmente l'uno all'altro...Una Tavola di noce di forma triangolare a tre piedi legati assieme da traversi, scorrevole sopra navoni di metallo, con tre viti di ferro per renderla stabile, la quale serviva a sostegno della Parallattica di Dollond."

Questo strumento che fa parte del lotto acquistato nel 1787 [schede 37-41] era dotato, come ricorda l'inventario del 1843, di:

Il cannocchiale, munito dell'obiettivo acromatico ed aplanatico a tre lenti, ultimo ritrovato per l'epoca, della ditta Dollond [scheda 37], è stato utilizzato per quasi due secoli, restando in servizio quale cercatore sul telescopio da 60 cm a Loiano fino al 1982.
Originariamente la macchina era munita di tre soli oculari celesti e di uno terrestre. Poiché il cannocchiale fu usato a Loiano, dove il tubo originale fu manomesso e sostituito con uno nuovo, se ne sono potuti recuperare solo due monconi, privi dell'attacco originale dell'obiettivo, del cannello porta oculari e del relativo meccanismo di focheggiamento a cremagliera. Queste parti sono quindi di restauro così come il cercatore (S. Ciattaglia 1982).
L'assenza del cannello porta oculari originale ha reso problematica l'identificazione degli oculari menzionati sopra, tanto più che non si è neppure ritrovato il cannello porta oculari dello strumento dei passaggi di Reichenbach, Utzschneider und Liebherr [scheda 20], che avrebbe permesso di identificare i due adattatori sopra menzionati, se tuttora esistenti. La serie di oculari attualmente attribuita allo strumento, compreso quello montato sul telescopio [Inv. MdS-67], è quindi alquanto ipotetica.
Si è ritrovato anche un attacco per portare uno schermo col quale osservare il Sole in proiezione, dall'apparenza originale, ma non menzionato nelle descrizioni inventariali [Inv. MdS-45]. Tale accessorio è stato anch'esso reintegrato delle parti mancanti nel 1982. Dei vari manubri per i movimenti si è ritrovato solo quello per i movimenti in declinazione, rotto nel giunto, che è stato restaurato nel 1982 e sul cui modello è stato rifatto quello per i movimenti in ascensione retta.
Lo strumento - come risulta dalla fattura originale dei fratelli Rubini, in data 5 ottobre 1788, agli Assunti d'Istituto, ritrovata presso l'Archivio del Dipartimento di Astronomia (busta XXVIII) - fu pagato 63 sterline pari a 1520 lire bolognesi.

E. Baiada, A. Braccesi (1983), p. 122.
M. Daumas (1953), p. 315.
G.L'E. Turner (1981).